martedì 22 gennaio 2013

Francia: deraglia un treno carico di uranio, ma per Areva è tutto a posto…

tratto da: Greenreport.it


E' deragliato un vagone che trasportava uranio naturale impoverito, cioè l'ossido di uranio (U3O8) che si presenta sotto forma di polvere e che Areva, proprietaria del carico, assicura sia «Stabile, incombustibile, non solubile nell'acqua e non corrosivo». La multinazionale di Stato del nucleare francese ammette però che il materiale è radioattivo, anche se ad un livello basso. I vigili del fuoco, arrivati sul luogo dell'incidente con un veicolo speciale, hanno accertato che per il momento non c'erano fughe radioattive dal vagone carico di uranio.
L'incidente sarebbe avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, intorno alle 17:30, durante una manovra alla stazione di Saint-Rambert-d'Albon (Drôme), «Per un problema meccanico senza incidenza sulla sua sicurezza». Un assale del vagone è uscito dai binari bloccando il transito ferroviario per qualche ora. Secondo l'ultimo comunicato di Areva, che risale a ieri, le operazioni per rimettere in piedi il vagone dovevano essere terminate nella notte del 21 gennaio.
Areva assicura di aver «Immediatamente informato l'Autorité de sûreté nucléaire e la Prefettura della Drôme di questo event senza conseguenze sull'ambiente e la popolazione» ma, come fa notare "20 minutes on-line", qualche problema di carenza di informazione sul tragitto dei convogli nucleari c'é: «Contrariamente a ciò che era stato riportato in un primo tempo, il treno si recava in Olanda ad un sito di deposito e non in Germania», e Areva minimizza come sempre gli evidenti problemi di sicurezza posti dai convogli nucleari.
Il pensiero degli antinucleari francesi e italiani è andato subito ai treni carichi di scorie nucleari che partono da Saluggia per raggiungere La Hague, e in molti si chiedono cosa succederebbe se uno di quei convogli con materiale altamente radioattivo subisse lo stesso incidente capitato ieri alla stazione di Saint-Rambert-d'Albon. 

giovedì 17 gennaio 2013

Punto Nascite e Ospedale di Susa


Le nostre preoccupazioni sulla chiusura del Punto Nascite di Susa vengono per il momento allontanate dal comunicato(1) della Regione Piemonte del 16 gennaio 2013, dove leggiamo che pur essendo sotto il limite dei parametri nazionali (n.d.r. 500 nascite), ci attestiamo a circa 330 nascite annue, viene riconosciuta una posizione territoriale di estrema importanza che suggerisce l'opportunità di andare in deroga alle indicazioni nazionali.
Nello stesso Comunicato troviamo la proposta, che può essere vista in maniera favorevole, di accentrare sulla struttura di Susa i parti "naturali" così da far emergere una specifica professionalità e competenza; magari investendo proprio su questi metodi di parto, pensiamo per esempio al parto in acqua.
Nel comunicato però leggiamo con preoccupazione un'ammissione palese delle problematiche indotte dai cantieri della Torino-Lione, questa l'apertura del Comunicato: "La decisione prende spunto da una dettagliata analisi dell’organizzazione sanitaria locale che tiene conto della particolare conformazione morfologica e delle crescenti esigenze del territorio (soprattutto alla luce delle grandi opere che si stanno portando avanti in questa zona dove si insedieranno migliaia di lavoratori impegnati nell’alta velocità e quindi delle maggiori richieste anche in termini sanitari della popolazione)".

Direi che questo passo del Comunicato stona con il contesto del Punto Nascite; lasciando intuire come la chiusura dell'Ospedale fosse stata in qualche modo presa in esame e che a scongiurare questa possibilità non sia stata la copertura territoriale ma bensì l'incremento di morbilità fra i cittadini a causa dei cantieri dell'Alta Velocità. Ad avvalorare la tesi dell'aumento delle necessità sanitarie a causa del TAV oltre che la documentazione progettuale ora abbiamo anche una autorevole voce che ci supporta ovvero la Regione Piemonte che ci informa tramite questo comunicato che "migliaia di lavoratori" invaderanno la nostra valle per questi cantieri. Un anno e mezzo è passato dallo sgombero della "Repubblica della Maddalena" a Chiomonte, le uniche migliaia di lavoratori viste sino ad oggi sono operatori delle Forze dell'Ordine; le ditte presenti sono quasi tutte fallite o con un risicato numero di operai presenti in cantiere; i lavori, nonostante la pubblicità marketing pressante, procedono lentamente, quasi a sottolineare l'inutilità dell'opera e la mancanza di fondi.

Vorremmo che ci si fermasse a ripensare e riprogettare il nostro territorio più a misura d'uomo e non con parametri finanziari e speculativi.

(1)Comunicato Stampa Assessorato Sanità Regione Piemonte


sabato 12 gennaio 2013

Informativa sui trasporti Nucleari


Lo sai che in Piemonte di notte passano treni pieni di scorie nucleari?
Una bomba tra le nostre case
Il tam tam degli antinuclearisti ha fatto filtrare la notizia che nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 gennaiopasserà per il Piemonte un treno pieno di scorie nucleari. Secondo altre fonti la fuga di notizie potrebbe far slittare il passaggio forse già alla notte tra martedì 15 e mercoledì 16 gennaio.

Domenica 13 ci sarà un appuntamento di informazione e lotta alla stazione di Avigliana dalle 20 in poi per una lunga notte antinucleare con musica, volantini, cibo condiviso.
Se il trasporto verrà rimandato diamo sin da ora appuntamento a martedì alle 20.

Restate comunque in ascolto di Radio Blackout – 105.250 FM - per gli
aggiornamenti.
 
Questi “viaggi” sono tenuti nascosti alla popolazione. Non ci dicono quando passano, da dove passano, non ci informano sui rischi in caso di incidente. Temono che, se sapessimo, ci ribelleremmo.
Il prossimo sarà il quarto trasporto di scorie dal deposito “provvisorio” di Saluggia all’impianto di riprocessamento di La Hague.
Nell’ultimo anno, pur avendolo appreso pochi giorni o persino poche ore prima, gli attivisti contro il nucleare si sono dati da fare per far sapere a tutti che una bomba atomica viaggiava a pochi passi dalle loro case.
La prima volta, nel marzo 2011 alla stazione di Condove, la polizia picchiò e arrestò due No Nuke
Nell’aprile dello scorso anno, qualche centinaio di attivisti si sedette sui binari della stazione di Avigliana per rallentare il treno. La polizia portò via uno ad uno gli antinuclearisti ma il muro del silenzio venne abbattuto. I trasporti sono stati interrotti sino al luglio di quest’anno, quando per far passare il Castor, arrivarono a sequestrare per ore un treno pieno di antinuclearisti alla stazione di Bussoleno.
La Regione Piemonte ha una legge che prescrive che venga fatto un piano di emergenza in caso di incidente a uno di questi treni. Lo sapevi?
Tutti quelli che abitano nel raggio di tre chilometri per lato dalla ferrovia dovrebbero fare le esercitazioni nel caso uno di questi treni deragliasse o saltasse per aria.
Probabilmente nessuno te lo ha detto. I responsabili delle ferrovie, il sindaco, la prefettura, la questura tengono la bocca chiusa.
A Viareggio l’incidente ad un treno di materiali chimici ha fatto morti e feriti. Immaginate se toccasse ad un treno pieno di scorie altamente radioattive.
L’unica misura consigliata dalle Prefetture a chi abita a 300 metri dalla linea ferroviaria è chiudersi in casa.
Tutti noi sappiamo che non basta chiudersi in casa per sfuggire alle conseguenze di un incidente nucleare.

L’85% delle scorie radioattive prodotte in Italia sono concentrate a Saluggia, Trino vercellese e Bosco Marengo. Dopo venticinque anni dalla chiusura delle centrali nucleari italiane la questione delle scorie non è stata risolta. E non lo sarà mai, perché le scorie restano pericolosissime per la salute umana e per l’ambiente per decine di migliaia di anni.
Lo scorso mese il governo ha deciso di smantellare l'ex centrale di Trino vercellese: al suo posto faranno un secondo deposito «provvisorio».
In nessun paese al mondo c’è un sito definitivo per lo stoccaggio. Costi altissimi e l’opposizione delle popolazioni coinvolte hanno fatto sì che le scorie rimanessero nei pressi delle centrali.
I trasporti che stanno facendo a nostra insaputa sono diretti in Francia. Nell’impianto di La Hague, le scorie vengono “riprocessate” e poi rimandate in Piemonte. Radioattive e pericolose come prima, perché a La Hague si limitano estrarre il Mox, un combustibile per le centrali, e il plutonio. Il plutonio serve ad una sola cosa: fare le bombe atomiche.
Il sito di Saluggia non è sicuro: nell’ultima alluvione le falde sono state contaminate.
Se uno dei treni diretti in Francia deragliasse, se qualcuno lo scegliesse come obiettivo e lo facesse saltare, se ci fosse una scossa di terremoto – anche lieve – mentre attraversa il basso Piemonte, da Vercelli, attraverso Asti, Alessandria, la provincia di Torino e la Val Susa migliaia di persone rischierebbero la vita.

Vale la pena? Vale la pena di arricchire affaristi senz’altro scrupolo che il lucro? Siamo nella città della Thyssen, nella regione della strage dell’Eternit: credete che ai padroni interessi la nostra salute?
Noi pensiamo di no. E siamo decisi a metterci in mezzo. Per il futuro dei nostri figli, per un mondo senza sfruttati né sfruttatori, per farla finita con la devastazione del territorio, per essere liberi di decidere. 
Tu cosa ne pensi? Andrai a dormire sperando che il treno passi senza danni o lotterai contro questi trasporti inutili e pericolosi?

Per info e contatti:
http://anarresinfo.noblogs.org